mercoledì 28 dicembre 2016

Santa è arrivato...



Natale è arrivato! Ogni luogo e ogni cultura, ha la propria tradizione. Ciò che mi ha fatto tanto riflettere è che la tradizione, nonché usanza, sono delle abitudini ma che si fanno con reale convinzione e trasporto emotivo. La mia testa non ha fatto che volare altrove, come sempre, la sognatrice che sono non smette di farsi valere! Non sono mancate: la buona musica, gli addobbi e l'atmosfera natalizia. I festeggiamenti sono iniziati la sera del 24, ma quelli in grande invece, alle 9 del mattino del 25, con ricca colazione e grandi pasti in famiglia (a base di tacchino/purè/fagiolini/Christmas pudding, la salsa di mirtilli e vino), come piace a me e con il grande entusiasmo dei bambini. E' stato emozionante vedere i bambini felici nello scartare i regali e giocarci insieme. Per chi il primo Natale, per chi invece uno in più e per chi uno di una lunga serie, rimane una delle festività più importanti dell'anno, da condividere in famiglia, tra giochi, musica, cibo e gioia. Avessero inventato il teletrasporto avrei volentieri festeggiato doppio Natale, ma si sa non si po' avere tutto!

lunedì 12 dicembre 2016

Portland

Prima tappa fuori la California, insieme alla mia compagna di viaggio Alice. Partenza prevista per le 6:30am, quindi levata alle 4:00am per poter fare una colazione sostanziosa e prepararmi per il mal tempo che mi aspettava, prendo uber per dirigermi al terminal per prendere il volo.
Volo tranquillo, durato 2 ore circa. Dopo esser arrivate, ci siamo dirette con i mezzi pubblici all'ostello, che per colpa del maltempo erano gratuiti. Fatto il check-in e lasciato le nostre cose, ci siamo dirette alla scoperta della città, facendoci consigliare. Abbiamo visto i giardini e i parchi, per lo più tutti ghiacciati, per colpa della neve. Peccato non poter aver visto il giardino giapponese e le rose, simbolo dello Stato dell'Oregon. In compenso abbiamo trovato altrettanto carino il giardino cinese e una cittadina abbastanza attiva e frenetica. Abbiamo ammirato i murals e questi edifici tra il classico ed il moderno. La città molto piccola, infatti abbiamo camminato la maggior parte del tempo, tra la pioggia ed il ghiaccio che ci ostacolavano, ma niente ci ha fermate, se non qualche sosta da Starbucks ogni tanto, solo per scongelarci e prendere qualcosa di caldo o come alternativa al pranzo.
La sera del sabato siamo tornate in ostello stanche morte, dopo una giornata a giro e dopo una cenetta tranquilla in una delle due vie principali di ristoranti (la 21ave e la 23ave).
Il giorno dopo abbiamo visto tutti i vari ponti, ad esclusione di quello a nord (st. John, troppo lontano da dove eravamo) facendoci una bella camminata lungo il fiume; poi Market di Natale ed i vari palazzi importanti della città.
Una cittadina veramente carina e semplice per orientarsi. Molte persone si sono fermate anche solo per sapere se avevamo bisogno di aiuto.
Rientro tarda serata di domenica, con qualche ritardo causa mal tempo, ma sane e salve
Ed anche questo mini-travel è andato!
Enjoy America!



lunedì 5 dicembre 2016

I verdoni non sono tutto

Sono già 4 mesi che sono qui ed ogni giorno mi imbatto in quegli che reputo "scogli". La lingua era uno dei primi ma ogni giorno che passa imparo una parola nuova, un modo di dire o come può essere interpretato qualcosa come lo direi nella mia lingua madre, ma in americano. I corsi di conversazione e accento sono di aiuto, tanto quanto uscire e conoscere gente del posto.
Quello però di cui voglio parlare non è solo questo, ma sono altri tipi di "scogli" che vanno un po' a ledere quella che non è solo la mia cultura, ma la mia educazione familiare.
Non l'ho mai nascosto e chi mi conosce lo sa, che l'educazione al denaro che ho avuto sin da bambina è sempre stata molto ferrea. Ogni cosa doveva essere comprata se necessaria; le esperienze di vita dove includevano una spesa era considerate sempre uno spreco. Quindi i soldi guadagnati dovevano essere risparmiati, o investiti o usati solo in modo parsimonioso per comprare cose strette e necessarie o eventualmente per una vacanza (ma proprio una e neanche di lusso). Considerata dalla mia famiglia come una persona dalle mani bucate, anche se non mi ritengo di esserlo, mi imbatto in questa cultura americana, dove tutto sembra possibile e tutto vien fatto per privilegiare i nostri sogni, obiettivi e piaceri personali. Dove fare gli straordinari sono simbolo di soddisfazione e non di peso per l'azienda o dove quello che fai viene premiato, apprezzato, ben pagato e non che tutto sia dovuto o necessariamente sudato. Della serie: non è quel 10 in pagella che ti rende felice, ma quel "più", che alla fine non fa conteggio se non nel tuo orgoglio, nella e per la stima di te stesso e del proprio lavoro! Un "più" che è può essere visto anche slegato ai soldi, perché ricevi i feedback che magari non ti saresti mai aspettato. E' proprio quando non guardi che ore sono, che forse ti senti nel posto giusto!Ma i soldi si sa, non fanno la felicità e a volte neanche chissà che viaggi e regali, ma la qualità del tempo sì, fa la differenza!
La cosa che mi piace di più e che continuerà a piacermi, è questo multiculturalismo e quell'intercultura che trovo in questo paese, al di là delle complicazioni politiche che stanno emergendo ed evolvendo, ma rimane un paese dalla mille possibilità e speranze. Possibilità che in Italia, ahimè e con amarezza, penso che non ci siano.